II° parte
Riassunto della puntata precedente:
Ferdinando e Carolina sono nella Reggia di Caserta. Il racconto inizia con le parole della regina che ricorda il momento in cui suo marito è diventato re all’età di otto anni. Un dialogo immaginario tra i due regnanti accompagna il lettore in alcuni momenti della loro infanzia. Tra un battibecco ed una coccola si comprendere la differenza dell’educazione ricevuta: Ferdinando cresciuto come un lazzarone e Carolina come un intellettuale. Ora è il momento di prendere una decisione importante: difendere il loro regno restando in città o scappare in Sicilia e studiare da lontano un piano per riconquistare la loro amata Napoli.

Carolina
Ti dà fastidio tornare sulla questione perché hai paura anche tu. Ammettilo.
Ferdinando
Puoi per un poco scordarti di essere la regina e fare la parte solo della mia cara mogliettina?
Carolina
Ferdinando dobbiamo prendere una decisione. Non c’è più tempo da perdere i Francesi ci hanno cacciato da Roma e sono intenzionati a entrare anche a Napoli. La città è piena di giacobbini.
Ferdinando
Ma è anche piena di lazzaroni, e quelli sono fratelli a me non ti preoccupare, il loro re se lo difendono fino alla morte, a costo di buttare il sangue.
Carolina
E già, noi dobbiamo metterci nelle mani di quattro lazzaroni e quattro contadini come te!
Ferdinando
Ah… sono un contadino! E’ questo che pensi!
Carolina
Quando mai ti ho nascosto quello che penso di te?
Ferdinando
Va bene, xono un contadino, un lazzarone ma sono sempre il re e si fa quello che dico io! Per stare a sentire a te abbiamo già fatto troppi strunzate
Carolina
Io sono Maria Carolina D’Asburgo… non ti permetto…
Ferdinando
Che è ti brucia? Tu mi puoi chiamare contadino ma quando si parla di te non la vuoi sentire la verità? Se Napoli è piena di Giacobini la colpa di chi è? Chi è che mi ha fatto litigare con mio padre per le logge massoniche? Chi è che mi ha fatto licenziare Tanucci perché era troppo conservatore, retrogado? Chi è che parlava di libertà e illuminismo? Tu! Eh già, perché tu avevi studiato. Se fossi stata cchiù “contadina” comme a me a quest’ora i giacobini a Napoli…
Carolina
Erano altri tempi, le corone più illuminate d’Europa avevano bisogno delle logge massoniche, si progrediva verso idee di libertà, la massoneria serviva a diffondere quegli ideali, era necessario cacciare via la muffa dalle vecchie monarchie…
Ferdinando
Riforme sociali, progresso, istituzioni culturali… aggio visto come è andata a finire. Facette buono Tanucci che facette arrestare tutti i tuoi amici!
Carolina
Tanucci era solo un vecchio insolente e filospagnolo, andava fatto fuori. E lo sai bene, non te ne sei mai pentito. Adesso me lo rinfacci solo perché ti fa comodo.
Ferdinando
Carulì a verità e che a me non me n’è mai fottuto niente ‘e politica
Carolina
E allora non puoi che fidarti di me.
Ferdinando
Stavolta è diverso, non si tratta di politca e basta, si tratta di uomini e donne che credono in me…
Carolina
Mi devi far finere Ferdinando… Ti prego. Siamo stati l’avanguardia, il nostro Statuo di San Leucio verrà ricordato nei secoli. Però ora è diverso. La situazione è degenarata a causa di quei francesi, in Austria niente di tutto ciò …
Ferdinando
Carolina mi puoi dire quello che vuoi, le decisioni le prendo io, sono io il re. Fammi apparecchiare il letto, piuttosto, che mo’ mi vado ad arrecettare ‘nu poco, mi hai fatto salire un dolore stomacale terribile…
Carolina
La rivoluzione in Francia ha cambiato tutto! L’hai visto, no, come ci hanno sbattuto fuori da Roma? Che vogliamo aspettare? Siamo davanti a una situazione irreparabile e tu sei il re e devi ragionare da re. Devi mettere da parte tutto il resto.
Ferdinando
Tu mi stai chiedendo di fuggire, di abbandonare la città che mia ha fatto nascere e che mi ha fatto re, mi stai chiedendo di mettere da parte il mio popolo.
Carolina
Non capisci niente Ferdinando. Ti sto solo chiedendo di assumerti una responsabilità più alta, di pesare bene le tue azioni. Non sempre la scelta più semplice è la più giusta. Bisogna essere consapevoli delle conseguenze. Hai mai letto Machiavelli? Dovresti. Non è importante il risultato immediato, tu devi mantenere le redini del tuo Regno e non lo puoi fare più qui a Napoli. Siamo troppo vicini al fuoco e possiamo solo bruciarci.
Ferdinando
Stai facenno n’ata vota ‘a sofisticata Carulì
Carolina
Tu hai il compito di guardare oltre, devi essere un falco, alzarti in volo e guardare lontano. Non puoi fermarti al presente, devi intuire il futuro Ferdinà. In questo momento forse è come dici tu: al “popolo” può sembrare un tradimento la nostra fuga ma un giorno si renderanno conto che quello di cui hanno bisogno è un Re Ferdinando vivo, non un Re Ferdinando eroe, ma morto per mano dei francesi. Maria Antonietta era mia sorella Ferdinà, guardami per favore. Guardami. Le hanno mozzato la testa senza pietà, questa è la fine che vogliamo fare? Per un attimo mettiamo da parte la politica. Ti ricordi certe lettere che mi mandavi quando eri malato? Cara moglie mi rallegra che stai bene tu e i cari figli… possa tu stare in ottima saluta in unione con loro … conservatevi in buona saluta essendo questa l’unica mia consolazione di padre e marito…
Ferdinando
E che c’entra mo’ questo?
Carolina
Te lo dico nella tua lingua: si nun vuo’ fa ‘o rre, almeno fa ‘o pate!
……
Ferdinando
Vabbene Carolina, fammi apparecchiare il letto. E occupati di tutto tu. Domani, giorno 21 del mese di dicembre dell’anno del Signore 1798, io Ferdinando re di Napoli, con al seguito moglie e figli, fuggo in Sicilia.