Lucullo, l’uomo famoso per i suoi banchetti “lucculliani”

Lucio Licino Lucullo fu un grandissimo generale romano, passato alla storia per i suoi abbondanti banchetti. Chi non ha mai sentito l’espressione “banchetto luculliano” riferita ad un pranzo o cena elegante e ricco di pietanze?

Carriera militare e politica

Lucullo, nacque a Roma da una famiglia aristocratica. Trascorse i primi anni della sua vita sui campi di battaglia ed entrò subito nelle simpatie del crudele dittatore Silla. La sua intelligenza e la sua ambizione lo aiutarono a scalare la vetta del successo. In campo militare partecipò alla guerra sociale ed alle campagne in Oriente delle guerre Mitriache e sul fronte politico fu eletto prima edile e poi console. Dopo aver raggiunto fama e ricchezza decise di ritirarsi e trascorrere gli ultimi anni della sua vita nel lusso.

Le dimore di Lucullo

Grazie alle ricchezze accumulate negli anni Lucullo costruì diverse ville tra il Lazio e la Campania. Quella che realizzò a Napoli era di dimensioni immense, il nucleo principale era situato sull’isolotto dove ora sorge il Castel dell’Ovo e la proprietà arrivava almeno fino al Maschio Angioino, a circa 2 Km di distanza. E’ impossibile ricostruire nel dettaglio l’aspetto della dimora ma possiamo lasciarci trasportare dalla fantasia e immaginare una fantastica villa con diversi ambienti arredati in modo raffinato, ricchi di statue e con pareti affrescate. Inoltre sappiamo che vi erano biblioteche, terme private, piscine, moli collegati al mare, peschiere per l’allevamento di murene ed immensi giardini.

Luogo dove era situata la villa di Lucullo.
Castel dell’Ovo

Banchetti Luculliani

Il nome di Lucullo è arrivato fino a noi grazie ai suoi leggendari banchetti, così raccontati dal biografo Plutarco:

“Vi erano d’obbligo, come antipasti, frutti di mare, uccellini di nido con asparagi, pasticcio d’ostrica, scampi. Poi veniva il pranzo vero e proprio: petti di porchetta, pesce, anatra, lepre, tacchino, pavoni di Samo, pernici di Frigia, morene di Gabes, storione di Rodi. E formaggi, e dolci, e vini”.

Pranzi in cui vi era cibo in abbondanza e nei quali si potevano assaggiare pietanze rare provenienti da luoghi lontani, come la ciliegia e la pesca. Secondo Plinio il Vecchio fu proprio grazie a Lucullo che queste due bontà arrivarono in Italia: la ciliegia proveniva da Cerasunte, nome di una città Turca e la pesca dall’antica Persia. Dai luoghi d’origine provengono i termini “Cerase” e “Perseca” utilizzati in tanti dialetti per definire i due frutti.

Sfida tra Lucullo e Cicerone

Lucullo era un buongustaio e anche se mangiava da solo amava avere una tavola sontuosa. Si racconta che una sera, in cui non vi erano ospiti, il cuoco preparò una cena poco ricca e venne rimproverato da Lucullo che disse: oggi Lucullo cena da Lucullo“.
Tra le altre storie nate intorno alla fama dei suoi banchetti vi è anche quella che vede come protagonista Cicerone. Si racconta che l’oratore, curioso di sapere cosa mangiava Lucullo quando era solo, lo volle mettere alla prova invitandosi a cena senza far avvisare i cuochi. La sfida fu accettata senza problemi e l’unica cosa che Lucullo fece fu quella di comunicare ai servi di preparare la sala di Apollo. In realtà “Apollo” era una parola in codice detta per far capire che stavano arrivando ospiti importanti. Fu così che venne allestito un banchetto di gran classe e Cicerone capì che il mito dei i “banchetti luculliani” non poteva essere sfatato.

Segui la nostra pagina facebook e la sezione eventi del nostro sito per restare sempre aggiornato sui nostri tour.